Secondo quanto narra Baronio, Costantino era discendente diretto di Vespasiano; Costanzo, suo padre, era un cristiano, e la madre Elena era moglie legittima di questo (anche se Orosio la definisce concubina). Doc 2044
La narrazione continua con i privilegi di Costantino concessi alla Chiesa: privilegi economici (suddivisione delle rendite) e giuridici, come l'esenzione dei chierici da ogni incarico e l'annullamento delle sentenze dei magistrati da parte dei vescovi. Doc 2047
Dopo la guarigione dalla lebbra, decretò nuove concessioni:
- obbligando al pagamento delle decime alla chiesa
- assicurando le principali prefetture provinciali ai cristiani
- garantendo l'immunità a quanti si fossero rifugiati nelle chiese
- costruendo nuove chiese con i denari dello Stato
Baronio, pur esaltando la clemenza dell'imperatore, scrivendo che nessuno era forzato a farsi cristiano, riporta un discorso tenutosi a Roma dove sarebbe stata la folla (!) a chiedere di:
- uccidere chi non adorava Cristo
- distruggere i templi pagani
- cacciare tutti i sacerdoti dai templi pagani.
Dopo aver conquistato il potere, Costantino impose forti prelievi fiscali per mantenerlo, tanto da essere definito "avaro" dallo storico Zosimo: "esigeva tributi in maniera così disumana che i sudditi erano costretti a vendere i figli maschi e a prostituire le femmine". Tra tutte le popolazioni, la più invisa era quella di Roma, che aveva eletto in passato avversari anti-cristiani quali Massimino Daia.
Del resto l'imperatore viene tutt'ora venerato come santo dalla chiesa ortodossa, a dimostrazione del fatto che il suo cristianesimo era di derivazione orientale rispetto alla tradizione e al culto politeista della parte occidentale dell'Impero. Doc 2048
Costantino si adoperò, infatti, per venerare gli imperatori romani che favorirono l'ascesa del cristianesimo, Marco Aurelio e Antonino Pio, ed eresse un arco trionfale affianco al Colosseo usando pezzi scultorei di imperatori precedenti, le cui immagini vennero rilavorate per farle assomigliare a lui. Costantino trovò comunque l'opposizione del popolo di Roma, ancora legato agli imperatori della dinastia Giulio-Claudia e al paganesimo che considerava i sacerdoti cristiani dei maghi. Doc 2049
Nonostante un regno di ben 31 anni, di Costantino ci sono pervenute molte meno rappresentazioni rispetto a Gaio Germanico (Caligola), il cui regno durò un decimo del primo. A testimonianza dell'odio della popolazione per questo imperatore vi sono le moltissime raffigurazioni graffiate per cancellarne il volto, oltre alle statue colossali fatte a pezzi, in una dimostrazione generale di damnatio memoriae. Doc 2050
Secondo Baronio, che incensa costantemente il proprio beniamino, Costantino fu colpevole di aver gettato alle belve due re sconfitti, manifestando così quanto la magnanimità antica avesse lasciato il posto all'efferatezza. Il santo imperatore si macchiò ancora degli omicidi del suocero Massimiano, di Licinio e figlio, del proprio figlio Crispo.
Segue
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