Evemero, pseudo-storico ellenico vissuto nel IV sec e.v., riteneva che gli dèi fossero semplicemente appartenenti a caste dominanti in guerra tra di loro per acquisire il vertice del potere e regnare senza contendenti.
Ecco quindi la storia molto terrena di Zeus e della sua famiglia: Doc 232
E per quanto riguarda le divinità sumere?
Dalle liste di Fara e di Abu Salabikh se ne contano 500, per un totale di 3300 in tutta la Mesopotamia. Si riscontrano però due tipi di triade (An, Enlil, Enki e Nanna, Utu e Inanna).
Una volta discese dal "cielo", queste divinità "abitavano" le città da loro stessi fondate, comandando i possedimenti terrieri e addirittura predisponendo opere idrauliche. Si tratta, quindi, dei signori delle città diventati dei. Doc 233
La voce di Evemero non è stata salvata a caso per arrivare fino a noi. Sebbene tale visione dell'intero “pantheon” (o per meglio dire “universo”) religioso greco abbia avuto larga fortuna in Roma sotto il nome di evemerismo, essa ci è stata tramandata dal cristiano Lattanzio, con chiaro intento. Derivare infatti l'origine umana degli dèi pagani lasciava campo libero all'adorazione della nuova divinità cristiana che invece si presentava invisibile e imperscrutabile.
Questo “Padre” aveva ereditato dal YHWH biblico quella non visibilità che gli consentiva di non essere associato ad alcun essere vivente, se non come principio che neanche la mente umana può sondare ma a cui solo la fede può avvicinare. Le divinità "pagane" invece avevano un'origine ben chiara, cioè uomini ricchi e potenti, venerati ma che erano morti come tutti gli uomini di questa terra. Il dio cristiano, invece, era il principio di tutto: niente altro poteva essere adotto a sua causa.
Mac
Vi suggeriamo di continuare la lettura con La nascita degli dei
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